Duan na muthairin

23472426_10215206756912096_8706074383200063448_nFaccio una necessaria premessa: sono una fan della saga letteraria e telefilmica di “Outlander”, che di recente ha avuto un successo mondiale.

La storia mi aveva affascinata, essendo anche stata in Scozia e avendo amato questo paese e la sua storia, per cui ho pensato che sarebbe stato divertente portare un po’ di Scozia in Sicilia.

Per chi non lo sapesse, la storia narra di una infermiera, Claire Beauchamp, in Scozia per la sua tardiva luna di miele con il marito, Frank Randall.

Frank è uno storico, e racconta molto a Claire della storia scozzese.
Lei è una infermiera, ha servito nella seconda guerra mondiale e gira contenta con il marito. Un giorno, avventuratasi da sola a raccogliere fiori, sente delle voci, quasi dei tamburi di guerra attorno a se’.

Queste “voci” provengono da un cerchio di pietre poco distanti da lei, dove qualche giorno prima, le donne del villaggio avevano celebrato Samhain, ovvero quello che noi oggi conosciamo come Halloween.

Una volta toccate le pietre incuriosita, Claire si risveglia nel passato.
Da lì sarà un continuo sopravvivere nel disperato tentativo di tornare nel suo presente, ma suo malgrado, si ritrova coinvolta negli intrighi dei clan scozzesi contro gli inglesi e deciderà di restare, per tentare di salvare le persone che ha imparato ad amare nel passato, sapendo benissimo che rischiano di perire e sapendo benissimo che verranno sconfitti dagli inglesi.

23473035_10215206757032099_5839061707104643111_nUna settimana dopo il raduno Austeniano quindi, ci siamo questa volta trasferiti nel Settecento francese, indossando Kilt e corsetti.
Il raduno ha avuto caratteristiche tipiche dei nostri precedenti incontri.

Tra le attività che ho pensato di fare durante la giornata, ho anche tenuto una lezione di Gaelico Scozzese; per farlo ho studiato circa un paio di mesi, la sera, utilizzando i miei libri di gaelico e gli audio, ripetendo fino allo sfinimento per essere sicura di pronunciare correttamente le parole.

Ho scelto quindi dei dialoghi semplici, di quelli che si imparano a scuola quando si inizia lo studio di una lingua straniera.
“Come va? Come ti chiami? Io mi chiamo..” e così via.

Il che, descritto a parole, potrebbe anche essere facile, ma nel caso del gaelico, non è così.
Abbiamo poi esplorato la storia scozzese, la caduta dei clan e il divieto imposto dagli inglesi di non indossare più il kilt dopo la loro sconfitta.

Questo raduno ha avuto ancora qualcosa di diverso dagli altri; abbiamo voluto impostarlo come un raduno scozzese, ovvero, quei raduni che si tengono ancora oggi in Scozia.

Per spiegarla brevemente, i clan si riuniscono, ognuno chiamando il proprio clan, inneggiandolo.
La giornata si passa mangiando, bevendo e facendo prove di forza.

23517418_10215206756992098_286181659318972428_nOvviamente, non potevamo esimerci dal fare qualcosa di diverso, no?
Abbiamo mangiato, bevuto, esplorato la storia. Adesso toccava alle prove di forza.

Prima però, abbiamo voluto insegnare due balli in voga nel ‘700, e anche in parte dell’800.
Il primo era un classico ballo rococò: i balli di questo periodo non puntano al divertimento dei ballerini, ma alla semplice estetica.

Ogni passo, ogni movimento (anche quello delle mani) è mirato alla ricerca del bello. Per questa ragione possono apparire ad un occhio moderno, piuttosto noiosi.

Il ballo era però di gruppo, e bisognava comunque coordinarsi per evitare di scontrarsi.
Il secondo ballo insegnato era invece un reel.
I reel divennero parecchio di moda nelle classi sociali più “basse”, in quanto era un ballo prettamente campagnolo. Difficilmente avremmo visto un reel venir ballato da un nobile, o dagli appartenenti di ceti sociali più alti, a meno che non fosse in un ambiente composto da pochi intimi.
Questo perchè il reel prevede di essere danzato nel modo più rumoroso e divertente possibile. Si battono le mani, si salta, si urla e si ride.
Molto diverso dai silenziosi e composti balli settecenteschi!

23434717_10215206757872120_4383018434743083183_nIn Scozia questo ballo era molto famoso, perchè appunto è una danza country tipica, anche irlandese.

Il reel riflette a mio parere, in pieno lo spirito di questo popolo.
Se avete letto Orgoglio e Pregiudizio, ricorderete appunto Elizabeth dire a Darcy di quanto volesse ballare un reel, e che lui l’avrebbe sicuramente disprezzata per questo, essendo non esattamente, quel che si definisce un ballo elegante.

Il reel comporta di restare senza fiato, ridere fino alle lacrime e tenersi su le gonne per evitare di inciampare.

Dopo aver perso infatti, i polmoni, un po’ di reni e decisamente, tutto il fiato che avevamo, abbiamo iniziato le prove di forza.

Essendo che in Scozia, le prove di forza prevedono cose tipo “lancio dei tronchi”, e volendo evitare la definitiva dipartita dei miei associati, ho optato per prove di forza e resistenza più fattibili.

Ricordate le gare scolastiche alle elementari? Quando ci facevano saltare su una gamba, dentro i sacchi, o con le gambe legate ad un compagno?

Immaginate ora persone adulte, tra i 20 e i 40 anni, saltellare come matti in una villa pubblica piene di famiglie decisamente incuriosite e divertite da ciò che vedevano…

direi che è stata la degna conclusione di una giornata calda, divertente e con uno spirito decisamente goliardico. La coppia che ha vinto queste gare ha avuto in dono una spilla per kilt realizzato dalla mia cara amica Valentina, artigiana.

Il nostro amico Giuseppe ha offerto a tutte le dame presenti una rosa bianca da appuntare agli abiti, essendo la rosa il simbolo di Prince Bonnie Charlie, ovvero colui che sperava di scacciare via gli inglesi, protagonista di una rocambolesca fuga dal campo di battaglia prima, e per la Francia dopo. Ancora oggi vi sono ballate dedicate a questo ingenuo personaggio storico che, senza una vera e propria preparazione militare portò alla quasi totale distruzione dei clan scozzesi.

23472718_10215206758952147_3548852886275334495_nOggi la Scozia è una meta ambita dai turisti, anche grazie alla fama del libro. Vengono organizzati veri e propri tour per visitare i posti nominati nei libri, dove i nostri beniamini hanno vissuto o combattuto.

Pare che il governo scozzese voglia però mettere un piccolo stop “all’invasione” di turisti, specialmente in zone protette o comunque più a rischio, per evitarne la distruzione.

I libri di Outlander sono scritti da Diana Galbadon e tradotti quasi tutti in italiano. Io ne ho letti un bel po’, ma mi sono fermata per evitare di rovinarmi del tutto la sorpresa.

Ma se volete vivere un’avventura al di fuori del tempo, ve li consiglio.