Il fiore del mese di ottobre: anemone giapponese

Chi ha mai detto che i fiori più belli sbocciano soltanto in primavera?
A sfatare questo mito, lei, l’anemone giapponese.

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L’etimologia e le leggende legate a questo fiore sono forse le più affascinanti che si possano conoscere. Innanzitutto, il suo nome deriva dal greco anemos che significa fiore del vento; infatti, l’anemone è un fiore molto delicato e fragile i cui petali vengono spazzati via dal vento facilmente. Le leggende ad esso legate affondano le radici sia nelle Sacre Scritture che nella mitologia.

MITOLOGIA GRECA
Si narra che la ninfa Anemone, al servizio della dea Flora, avesse fatto innamorare di sé due venti fratelli: il leggiadro Zefiro e il freddo Borea. Presi dalla mania di volerla possedere, i due venti iniziarono a lottare tra loro pur di conquistarla, scatenando tempeste e bufere molto pericolose. Allora, la dea Flora – per placare i loro litigi – formulò un incantesimo con cui legava Anemone ad entrambi i contendenti: infatti, con il corteggiamento di Zefiro, Anemone sarebbe fiorita mentre con la corte di Borea avrebbe disperso i suoi petali fragili nell’aria fredda.

John William Waterhouse, Il risveglio di Adone, 1900

John William Waterhouse, Il risveglio di Adone, 1900

Un’altra storia derivante dalla mitologia associa, invece, la nascita del fiore del vento alla morte di Adone: si narra che durante la dipartita dell’amato, la dea Afrodite lo strinse a sé e le sue lacrime – toccando il terreno – originarono il fiore, così delicata e con vita breve, proprio come il suo Adone.

SACRE SCRITTURE
Pare, invece, che nelle Sacre Scrittura l’anemone nasca per la prima volta ai piedi della croce di Gesù, non appena le gocce del suo sangue toccarono il terreno.

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Nel linguaggio dei fiori l’anemone rappresenta un abbandono, un amore finito presto oppure uno stato di indisposizione fisica, come nel caso della crocifissione di Gesù. Pensate che i latini utilizzavano questi fiori come un potente amuleto per scongiurare malattie e disgrazie, come ci ricorda Plinio il Vecchio nella sua Historia Naturalis, dove si raccomandava di cogliere il primo fiorito nell’anno, chiuderlo in un sacchetto rosso di tela e portarlo vicino al cuore per scongiurare malocchio e febbre.
Considerato il simbolo della fragile caducità delle cose, l’anemone rappresenta anche il presagio di una speranza che nasce dopo la tristezza.

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