Natale nell’arte

Il Natale è tra le ricorrenze più festeggiate al mondo, ha ispirato molti artisti nel corso dei secoli, non solo in pittura o scultura, ma anche nella cinematografia, nelle opere teatrali, in musica. Un’arte che ha lo scopo di diffondere lo spirito di gioia e solidarietà che resta sempre attuale anche andando oltre il significato religioso.

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Versiona autografa di Stille Nacht | Fonte: http://www.stillenacht.at

Oggi vi propongo una selezione di diverse opere d’arte create per raccontare la magia del Natale, ne potrei citare tantissime ma ho cercato di presentarvi quelli più diversi tra loro ma che lasciano tutti lo stesso spirito di gioia e amore.

Il “miracolo” del Natale è quello che più ricorre come tema principale nelle diverse opere artistiche. Molte delle storie ed opere sono ormai diventate parte della tradizione natalizia, tutti sanno intonare Silent Night, va considerata anch’essa un opera d’arte, Stille Nacht in origine, austriaca, tradotta in ben centoquaranta lingue. E chi non conosce lo Shiaccianoci? Anche se le opere teatrali non sono ormai molto “di moda”, oggi così si direbbe, il sogno di Cajkovslij è noto a tutti e ha avuto diverse rivisitazioni più o meno moderne.

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Schiaccianoci | Balletto nazionale russo, Verona

“Lo Schiaccianoci” narra la storia di una giovane russa, Clara, che la sera della vigilia di Natale riceve uno schiaccianoci a forma di soldatino. La notte di Natale Clara si addormenta e sogna che lo schiaccianoci si trasforma in principe e la porta con sé in un castello magico. Ma dopo balli incantati, il sogno svanisce e Clara si risveglia stringendo lo Schiaccianoci tra le braccia.

Ma più di tutte, la storia che è stata usata, riusata, reinterpretata ed è sempre attuale è il Canto di Natale di Charles Dickens, che tra l’altro è anche una delle mie preferite.

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Canto di Natale | Illustrazione

“Un Canto di Natale” è uno tra i più grandi capolavori di Dickens, pubblicato il 17 dicembre 1843, è un romanzo breve che narra la storia di Ebenezer Scrooge, spietato ed egoista uomo d’affari, la sua quotidianità scorre arida e indifferente al mondo che lo circonda.

«Caldo e freddo non facevano effetto sulla persona di Scrooge. L’estate non gli dava calore, il rigido inverno non lo assiderava. Non c’era vento più aspro di lui, non c’era neve che cadesse più fitta, non c’era pioggia più inesorabile. Il cattivo tempo non sapeva da che parte pigliarlo. L’acquazzone, la neve, la grandine, il nevischio, per un sol verso si potevano vantare di essere da più di lui: più di una volta si spargevano con larghezza: Scrooge no, mai.»

Non ama neanche la vigilia di Natale perché sottrae tempo al lavoro, rifiuta di donare qualcosa per i poveri e trattiene fino a tardi il suo impiegato, sfruttato e pagato miseramente, è scortese anche con il nipote che lo invita per il pranzo di Natale ma che non riesce a fargli comprendere l’importanza di tale giorno.

«Se potessi fare a modo mio, ogni idiota che se ne va attorno con cotesto “allegro Natale” in bocca, avrebbe a esser bollito nella propria pentola e sotterrato con uno stecco di agrifoglio nel cuore. Sì, proprio!»

La sera della vigilia di Natale s’imbatte nello spirito del suo defunto socio, che lo invita a rivedere la propria vita e a porvi rimedio prima che sia troppo tardi e gli annuncia l’arrivo di tre spettri che rappresentano il Passato, il Presente e il Futuro.

Lo Spirito del Passato lo rimanda indietro ai tristi e solitari momenti della sua infanzia, ma anche ai gesti di solidarietà ricevuti e Scrooge comincia a capire di aver bruciato la sua vita rinunciando ai suoi affetti per la brama di denaro.

Il secondo spettro, lo Spirito del Presente, gli mostra l’allegria della gente che si prepara al Natale, il tepore delle famiglie che, anche se povere, vivono con intensità quel momento.

Infine gli appare lo Spirito del Futuro che gli mostra quel che succede dopo la morte di una persona ricca che non ha mai condiviso nulla con gli altri. Ormai Scrooge, consapevole di aver sprecato la sua vita, prova un forte pentimento per gli errori commessi in passato e cerca di dare un senso più profondo a quel che gli resta da vivere. Non è mai troppo tardi per ravvedersi e il giorno di Natale diventerà un giorno importante anche per un uomo come lui, ridisegna la propria vita, elargisce doni, sorrisi e auguri anche a persone sconosciute.

Il giorno di Natale è arrivato e Scrooge prova un’emozione immensa per la prima volta in vita sua.

«Andò in chiesa, passeggiò per le vie, guardò alla gente che andava su e giù, carezzò i bambini sul capo, interrogò i mendicanti, spiò nelle cucine, alzò gli occhi alle finestre, e trovò che ogni cosa gli potea far piacere. Non avea sognato mai che una passeggiata o altra cosa qualunque gli potesse dare tanta felicità. Verso sera, si avviò alla casa del nipote.»

Il romanzo diffonde certamente quel messaggio di amore e rispetto per gli altri e l’opera di Dickens è estremamente attuale ancora oggi, ognuno nasconde un po’ di Scrooge dentro di se. Chi coglie nel racconto di Dickens il solito buonismo effimero del periodo natalizio, non ha compreso lo spirito del romanzo e la promessa di Scrooge, che non si limita a quella data ma si estende a quel che gli rimane da vivere.

«Pensate alle gioie presenti – ognuno ne ha molte – non alle disgrazie passate – tutti ne hanno qualcuna.

Riempite di nuovo il bicchiere con volto radioso e cuore pago.

Mi ci gioco la testa che il vostro sarà un Natale allegro e un anno nuovo felice.»

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Santa Claus di Moore | Illustrazione di Thomas Nast

L’opera di Clement Moore invece ha introdotto nella tradizione natalizia una nuova figura, un anziano signore noto come Santa Claus. Il nome cambia nelle diverse parti del mondo, ma gli elementi e i tratti riconoscibili di quell’uomo così buono e magico che in una notte porta doni a tutti i bambini del mondo sono sempre gli stessi, quasi vien da pensare che sia vero. Cos’altro esiste allo stesso modo in tutto il mondo? :)

Tutte queste icone e tradizioni natalizie sono state riadattate man mano nel tempo e oggi vengono riprodotte in film e anche le serie tv non sono da meno, c’è uno speciale natalizio in quasi tutti i telefilm; c’è chi ha cercato di riportare i classici in vita dandogli nuova luce, chi ha raccontato del miracolo, chi parla del buon cuore degli uomini e chi ha pensato addirittura di rubare il Natale.

Ma la cosa che ha ispirato di più nei secoli è stata la scena della Natività di Gesù, è uno dei temi maggiori di tutta l’arte cristiana fin dalle origini.

Molti artisti hanno parlato del Natale agli uomini di ogni tempo, spesso nelle loro opere troviamo non solo l’unico evento, ad esempio la nascita di Gesù, ma vi è una sorta di analisi e sintesi di diversi eventi che letti insieme lasciano un messaggio più ampio a chi si pone di fronte all’opera.

Cercherò in questo percorso di analizzare qualche opera dedicata al Natale cercando di soffermarmi sulle meno note, pur sapendo di non poter parlare in questa unica sede della vastità della produzione artistica in materia.

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Georges De La Tour “Il neonato” (1648 ca) Rennes, Musées des beaux-arts

Una delle natività più singolari e forse anche meno conosciuta è quella di De La Tour. Una delle più suggestive, nel buio ad un tratto, uno squarcio di luce che ci lascia vedere il Mistero. La composizione è molto semplice, due donne, sedute nella penombra, riempiono per intero lo spazio scenico; al centro sta la madre che tiene in grembo il bambino addormentato, sollevandolo leggermente e semplicemente lo guarda. Le dita toccano dolcemente il corpo del figlio come per custodirlo e mostrarlo al mondo allo stesso tempo. Il bambino è completamente avvolto in fasce ed ha un viso sereno e luminoso. Accanto alla madre con il bimbo, c’è una donna, dipinta di profilo, che regge con una mano la candela, e con l’altra protegge la fiamma così da non disturbare l’osservatore con il bagliore della luce. Questo espediente luminoso permette di orientare lo sguardo naturalmente sul bambino. Sembra quasi che sia egli stesso sorgente di luce per quanti lo circondano, tale è la luminosità del suo viso.

Quel bambino che emanava luce è rappresentato anche nell’adorazione dei pastori del Correggio, nel dipinto La Notte. Qui la luce è quella divina, quella della verità, la verità che si oppone alla mancanza di verità, la luce che si oppone al buio dell’assenza di vita. Ed è per questo che molti pittori hanno riprodotto la venuta del Signore sulla terra nella luce.

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Correggio “La Notte” (1525-30) Dresda

Molti altri simboli raffigurati anche se non presenti esplicitamente nel Vangelo sono diventati poi parte della tradizione artistica. Come ad esempio il bue e l’asinello, presenti per scaldare Gesù Bambino all’interno della grotta, in realtà sono presenze simboliche e stanno a rappresentare il popolo ebreo e quello pagano in riferimento ad un passo della profezia di Isaia, ma nessun Vangelo riporta la presenza di animali nella grotta. La presenza dei Magi invece è un omaggio alla venuta della Luce che Gesù rappresenta. Essi giungono infatti seguendo una Stella; diverse sono le ipotesi sul significato e l’origine di questo corpo celeste.

La scena della Natività comunque verrà descritta in modi che diverranno, pur con qualche variazione, delle costanti nei secoli: Maria, distesa o affianco al Bambino nella grotta, Gesù, in fasce all’interno di una mangiatoia, Giuseppe, rappresentato come un vecchio, mai veramente protagonista della scena ma sempre un po’ in disparte ed assorto nei suoi pensieri, gli Angeli, quali messaggeri della lieta notizia.

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Sandro Botticelli “Natività mistica” (1501) Londra, National Gallery

La natività di Botticelli invece è molto più “solenne” racconta con attenzione gli episodi biblici. Botticelli offre un’elaborata rilettura della scena della Natività, offrendo un’originale interpretazione mistica. Adotta tra l’altro un “iconografia mista” grotta-capanna, dipingendo così una caverna dotata di un’elegante tettoia. Diversi angeli, sospesi a metà tra la terra e la cupola dorata, danzano in cerchio, con corone e rami di ulivo, simboli di regalità e di pace. Accanto alla tettoia, alcuni angeli indicano Gesù bambino ai Magi, sulla sinistra, appena riconoscibili dalle corone, e ai pastori, sulla destra. Al centro, la famiglia, Giuseppe dorme accovacciato, mentre Maria veglia sul bambino che è rivolto alla madre e in gran movimento. Dovunque ci sono richiami all’ulivo, simbolo della pace celeste portata dal Salvatore. Altri simboli nascosti nel dipinto sono i colori. I tre angeli sul tetto, come quelli in basso sul prato, indossano i colori delle virtù teologali: il bianco della fede, il verde della speranza e il rosso della carità, a significare che l’Incarnazione ne è la loro sintesi compiuta.

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Albrecht Durer “Adorazione dei Magi (1504) Uffizi Firenze

Anche la rappresentazione dell’adorazione dei Magi divenne con il tempo un tema più complesso. Col passare dei secoli i Magi cominciarono ad avere caratteristiche precise e ad impersonare con i loro diversi colori i tre continenti conosciuti, Asia, Africa ed Europa. I loro doni, oro, incenso e mirra si riferiranno alla natura triplice del Cristo, un Cristo che è Re e va onorato con l’oro, un Cristo che è Dio, cui si deve l’incenso e infine un Cristo Uomo cui si deve offrire la mirra.

Censimento a Betlemme Pieter Bruegel il Giovane

Pieter Bruegel Il Vecchio “Censimento di Betlemme” (1566) Bruxelles, Musée Royaux des beaux-arts

Il pittore fiammingo, Bruegel, invece ci presenta nel dipinto Censimento di Betlemme, un’originale interpretazione “interculturale” potremmo dire, di uno degli episodi che precedono di poco l’evento della nascita di Gesù, ovvero il censimento. Il paesaggio raffigurato dal pittore è del tutto diverso da quello del medioriente e della trazione cristiana, ha caratteri e clima tipicamente nordici. La scena non ha un fulcro immediatamente percepibile e difficilmente si individua la sacra famiglia. Dopo uno sguardo all’intero paesaggio e ai tanti dettagli riusciamo a spostare la nostra attenzione su una giovane donna su un asino in primo piano, Maria si sta recando, guidata da Giuseppe al piccolo ufficio del censimento, pieno di gente anche fuori dalla porta. Intorno a loro, altre famiglie, attraversano il fiume gelato per andare a farsi registrare, mentre nel villaggio si svolge la consueta attività di tutti i giorni. Il pittore descrive minuziosamente la difficile vita contadina del suo contesto, racconta la storia delle famiglie contadine, delle attività invernali, sullo sfondo si notano alcune case ridotte a ruderi, a sottolineare la povertà del contesto. Ma oltre a questo sguardo malinconico, il pittore aggiunge anche una nota di allegria, sulla strada alcuni bambini scivolano sul fiume gelato, su slitte improvvisate. Questa scena più che mostrare indifferenza verso l’imminente nascita di Gesù, ne evoca l’inconsapevolezza, il pittore qui non parla del miracolo, ma ci vuole illustrare le difficoltà di tanta povera gente del suo tempo, commisurandola con quella vissuta dalla santa famiglia.

Fuga in Egitto

Giotto “Fuga in Egitto” (1304-1306) Padova, Cappella degli Scrovegni

Tra le opere invece più collegate al Natale ci sono sicuramente gli affreschi di Giotto, che ha raccontato diversi eventi legati all’arrivo di Gesù, analizzeremo la fuga in Egitto.

L’artista ci presenta un paesaggio arido e inospitale, la strada è rocciosa e con pochi alberelli, in questo modo rappresenta il deserto che sta attraversando la santa famiglia. Un angelo in cielo indica la strada per tornare in Palestina, dopo il forzato soggiorno in Egitto. A guidare è Giuseppe, con capelli e barba bianchi, cammina sicuro, teneramente rivolto verso Maria e Gesù. L’asino con Maria e Gesù avanza con passo lento ma deciso. Altre persone partecipano al viaggio, forse per proteggere il Salvatore da possibili rischi o semplicemente per condividerne il viaggio.

La vita è meravigliosa

Frank Capra, “La vita è meravigliosa (1946)

Concludo con un’opera più moderna, il film di Frank Capra del 1946, “La vita è meravigliosa” che racconta la storia di un uomo che in un momento di cupa disperazione vuole suicidarsi, ma un angelo, nelle vesti di un vecchietto riesce a fargli ricordare tutto ciò che di bello era riuscito a costruire nella sua vita e di come sarebbe stato il mondo se lui non fosse mai nato.

Spero che questo mio percorso tra diversi generi e mondi artistici vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito e guarderete queste opere con occhi nuovi.

Buon Natale a tutti voi.