Gran Ballo Belliniano

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Sabato 21 marzo si è svolto il Gran Ballo Belliniano, dedicato appunto a Vincenzo Bellini.

Per chi è vecchietto come me, ricorderà sicuramente le famose 5 mila lire… beh, eccolo lì rappresentato, Bellini!

Per chi non lo conoscesse, ne parlerò molto brevemente:

Vincenzo Bellini è stato un compositore italiano, nato a Catania, e divenuto famoso in tutta Europa come compositore.

Alcune sue opere ebbero un successo straordinario, in particolare a Parigi.

Pare non parlasse molto bene il francese, ma scrisse le sue opere sia in italiano che in francese.

Conobbe persino Chopin, ampliando quindi le sue conoscenze. In patria, per fama, era paragonato a Rossini.

Ebbe una vita molto breve, morendo a soli 34 anni a causa di una infezione.

Fu sepolto in Francia, e per circa 40 anni il suo corpo rimase lì, tra le tombe di Chopin e Cherubini.

Solo allora il corpo fu riportato in patria, nel 1876.

Nelle varie tappe italiane, la folla lo accolse commossa, omaggiandolo, e a Catania, venne accolto da migliaia di cittadini in lutto.Venne sepolto nel Duomo di Catania.

Si dice fosse comunque un uomo molto affascinante, dagli occhi azzurro pallido e dai capelli ricci, biondi, e pare che reincarnasse l’idea stessa di eroe romantico.

Era infatti innamorato di una giovane fanciulla, il cui padre negò la mano, non avendo a genio l’idea di un genero musicista.

Il ballo è stato organizzato dalla Compagnia di Danza Storica Nazionale, diretta da Nino Graziano Luca. È stata una serata dedicata anche alla ricerca, essendo il ballo organizzato in collaborazione con Telethon.

Essendoci tanti articoli dedicati al ballo, voglio invece fare una sorta di report.

Chi ha letto qualche mio articolo sa bene che organizzo più o meno gli stessi eventi a Palermo.

Vivere quindi per una volta da spettatrice al ballo, mi è piaciuto tantissimo!

Siamo arrivati a Catania prima di pranzo. Girovagando nel delizioso centro cittadino, completamente immersi tra monumenti e giardini, abbiamo pranzato e pensato alla serata, disperandoci per l’indecisione sulla acconciatura e la preghiera che non cadessimo rovinosamente a terra.

Abbiamo deciso quindi di non fare troppo tardi, per poter essere tutti puntuali a Palazzo Biscari.

Alle 18,30 eravamo puntuali all’appuntamento, e siamo stati accolti all’ingresso da abiti stupendi, fedeli riproduzioni degli abiti dal taglio vittoriano.

Dopo aver ricevuto i nostri carnet abbiamo scelto di girare le sale, leggendo che tipo di danze si sarebbero fatte e provando a ripassare velocemente quelle che conoscevamo già.

Vedendo l’interno del Palazzo siamo rimasti abbagliati dallo splendore, non sapendo cosa fotografare prima.

Alla fine, abbiamo optato per alcune foto in posa e altre meno formali, in attesa che il ballo iniziasse formalmente.

Infatti, siamo stati chiamati poco dopo per iniziare con la famosa Promenade di ingresso.

Le coppie entrano a due, sfilando per la sala, per poi unirsi a quattro, dando vita ad ulteriori coreografie.

Per noi partecipanti esterni, all’inizio è stato un po’ difficile, ma fortunatamente basta guardare chi sta davanti per poter sapere cosa fare dopo.

Subito dopo, è iniziato il primo valzer, cioè quello del Gattopardo. E subito, velocemente, le danze sono iniziate.

Alcune erano state messe appositamente per gli allievi più esperti, per cui è stata una buona occasione per osservare, mentre alcune, erano segnate in grassetto, ed erano quelle in cui il pubblico sarebbe stato coinvolto.

Sono infatti danze piuttosto semplici, come la Mazurca del Gattopardo, e prima di ogni danza, il direttore spiegava i passi, in modo tale da aiutare tutti.

Vi è stata una piccola pausa, dedicata al rinfresco e ad un piccolo aperitivo, dando anche ampio spazio alla lirica.

Molti giovani cantanti si sono potuti esibire, incantando il pubblico con la loro bravura, accompagnati al pianoforte.

La cena è stata servita intorno alle 20.30, accompagnati dalla musica di sottofondo, o da qualcuno che per gioco, si sedeva al pianoforte suonando, il tutto in un clima molto disteso e quasi familiare.

Subito dopo la cena, sono riprese le danze, interrompendole nuovamente per due diversi spettacoli; una sfilata, con sei abiti ispirati a questo mondo e a Bellini, e una esecuzione di danza classica di due giovani allievi siciliani.

Devo confessare che molte volte mi ricordavo del mondo esterno solo perchè sentivo i clacson delle macchine e musica decisamente moderna.

Perchè spesso anche con gli altri ci sentivamo di aver messo piede direttamente nel 1830.

Dopo il ballo, finito intorno la mezzanotte (anche se molti di noi sono andati via all’una) abbiamo ringraziato il Direttore nonché gli insegnanti di danza per la bellissima serata.

Non ci sentivamo più i piedi, dopo aver ballato per tutte queste ore, e anche le crinoline, o corsetti, e le stesse acconciature stavano cominciando a creare un po’ di sofferenza: siamo tornati distrutti ma contenti, lasciando Catania il giorno dopo prima di pranzo.

L’età dei partecipanti era piuttosto varia; giovani e meno giovani erano quindi presenti uniti da una sola passione, quella per la danza. Ma anche per questo mondo passato, per il suo bonton, e perché no, per la sua vena di romanticismo.

Qualche ulteriore curiosità legata a Bellini.

Il famoso piatto di pasta alla Norma, è dedicata proprio ad una delle sue opere, cioè la Norma, composta nel 1831.

L’opera venne anche esportata nel 1833 a Vienna, e nello stesso anno, qualche mese più tardi, in Inghilterra.

Paradossalmente, si dice che la prima della Norma fu un vero fiasco in Italia. Lo stesso pubblico rimase spiazzato.

Ad oggi è ricordata come una delle più belle opere di Bellini, che divennero il cavallo di battaglia di straordinari cantanti lirici come Maria Callas.

Per un soprano, è una vera e propria sfida, essendo la Norma, un personaggio dalle mille sfacettature e dalla difficile interpretazione.

Conoscendo la storia romantica e anche un po’ triste di questo “sfortunato” ma talentuoso compositore, non ho potuto fare a meno che chiedermi che cosa avrebbe pensato Bellini nel vedere tanti di noi, riuniti, nel 2015 per celebrare il suo genio.