Intervista ad Emanuele Pirozzi

10407573_10203282493815950_4473401493764091173_nNome: Emanuele Pirozzi
Età: 18 anni
Professione: Studente
Artisti preferiti: La mia scrittrice preferita è, senza ombra di dubbio, la mitica Rowling (cito solo lei altrimenti non la finisco più). Se dovessi invece scegliere un cantante o gruppo preferito, allora direi gli Imagine Dragons, forse, ma ce ne sono troppi. Inoltre amo William Turner, pittore inglese del romanticismo.
Passioni: Scrittura, lettura, musica, serie televisive
Dove trovarmi: Su EFP e su Facebook

Ciao Emanuele, dicci qualcosa di te.
Ciao. Sono un ragazzo di quasi diciannove anni, diplomato al liceo classico, con mille e più sogni che mi frullano per la testa.

Come e quando ti sei accostato al mondo della scrittura?
Mi sono avvicinato alla scrittura quando ero al terzo anno di liceo, quasi per gioco, scrivendo una fanfiction di Harry Potter (era poco prima dell’uscita dell’ultimo film, nel 2011).

Scrivere ti ha influenzato positivamente?
Assolutamente sì. Il periodo in cui ho iniziato a scrivere è stato anche il periodo in cui ho iniziato a scoprire me stesso e la mia personalità. Diciamo che la scrittura mi ha aiutato ad accettarmi.

Quando scrivi ti ispiri a qualcuno o qualcosa in particolare?
Non mi ispiro a qualcosa in particolare, se non a quello che mi frulla per la testa in quel momento. Credo che la scrittura migliore sia proprio quella che serve a mettere ordine dentro di noi, per così dire, e che sia in grado di trasmettere tutto l’impegno necessario per fare ciò a chi legge.

Hai un rituale che esegui prima di cominciare a scrivere?
Dipende… Se stiamo parlando di periodi invernali, allora di solito mi preparo la coperta e una tazza di thè o cioccolata calda e mi siedo davanti al computer. Se invece il clima è un po’ più favorevole, allora no, non ho rituali precisi.

C’è uno scrittore con cui ti senti particolarmente affine?
Ho molti scrittori che ammiro e che rispetto, anche troppi, ma scrittori con cui mi sento affine? Direi di no… E questo semplicemente perché non mi permetterei mai di mettermi allo stesso livello, per così dire, di qualsiasi scrittore al di fuori di me: mi sembrerebbe un affronto dato che non mi reputo all’altezza.

Attualmente hai racconti in cantiere?
Decisamente. Ho talmente tante idee per la testa che sarebbe difficile quantificare quanti racconti io abbia in cantiere, ma direi che quelli materialmente salvati come documenti word sono due. Uno lo potete trovare sul mio account EFP (o almeno in parte), l’altro, invece, è nato da veramente poco e ho bisogno di tenerlo per me ancora per un po’.

C’è un momento specifico della giornata in cui preferisci scrivere?
Forse la sera, anche dopo cena. Mi piace vedere le luci della città fuori dalla finestra e il resto del mondo avvolto nell’oscurità, immaginare la luce della mia camera da letto vista da fuori; e poi la solitudine che ci garantisce la notte è una delle cose più belle e salutari che io conosca. Le riflessioni che nascono dal buio sono forse le migliori (seconde solo a quelle dei viaggi in treno e in pullman).

Se diventassi uno scrittore famoso, a chi dedicheresti il tuo primo romanzo?
Di sicuro ai miei amici, i primi ad avermi supportato in questo “tragitto”, per così dire. A quelli che hanno letto per la prima volta le mie parole nero su bianco e mi hanno incoraggiato ad andare avanti. Meglio fermarmi qui, altrimenti inizio a fantasticare ed è meglio di no!

Cosa consiglieresti a chi vuole approcciarsi alla scrittura?
Non credo che ci sia un vero e proprio consiglio da dare, e soprattutto non penso di esserne all’altezza. Quello che vorrei dire, però, è di non cercare di imitare nessuno, né di forzare la propria fantasia: le idee giuste verranno da sole, così come le parole.
E ricordatevi che ogni grande scrittore, un tempo, è stato dove siamo noi adesso.