CARNEVALE VENEZIANO

E’ arrivato il Carnevale.

Che per me è uno dei periodi più belli assieme ad Halloween.

Significa che posso uscire di casa conciata come voglio, giustificandomi con un “sono a tema! Non potete dirmi niente!”

Ma tornando alla serietà, uno dei motivi per cui amo Carnevale è la magia che mi trasmette.

E se non amate il Carnevale, state ben lontani da questo articolo, o vi troverete a ballare le musiche brasiliane, con un paio di ali da farfalla, sculettando come le bellissime fanciulle brasiliane mascherate per il Carnevale di Rio.

Facciamo solo un po’ di storia prima.

Il Carnevale infatti, è celebrato in tutto il mondo, ma noi da italiani parleremo di quello di Venezia, che è quello più famoso in tutto il mondo.

Principalmente fa leva sulla religione cristiana, tant’è che la stessa parola ha riferimenti al Martedì Grasso. Ma in realtà, anche nelle religioni pagane, festività con maschere e banchetti non erano poi così sconosciuti.

In Italia abbiamo tantissime città che si colorano e celebrano la festività, coinvolgendo tutta la cittadinanza.

Questa volta ho chiesto l’aiuto di due amici, Alessio e Federica, che ringrazio tantissimo per il loro aiuto. (leggi la doppia intervista a seguire)

01Piccola premessa; da siciliana, non posso non parlare anche del nostro Carnevale (famosi sono quello di Sciacca e quello di Acireale) e del programma attivo nell’isola del “7 giorni `700”, con l’intento di riportare in vita il Carnevale Barocco, grazie alla passione di maestri di danza, popolari e non, cantastorie e itinerari in palazzi Barocchi di Palermo.

Tornando al nostro Carnevale Veneziano; sapete quando ha avuto inizio?

Ebbene, pare proprio che già agli albori dell’anno mille, vi fossero documenti sul Carnevale. Lo avreste mai detto?

Il Carnevale era l’occasione, anche per i ceti più umili, di poter passare un periodo di baldoria e divertimento. Grazie all’uso delle maschere era facile confondersi nella folla, a poter mischiare nobili e popolani, e non dimentichiamo che l’uso delle maschere, era anche una buona occasione per qualche piccola vendetta goliardica ai nobili.

La Repubblica di Venezia aveva infatti costumi strettissimi, a livello di morale e ordine pubblico.

Il Carnevale era quindi lo “sfiatatoio” della popolazione per far sfogare tensioni e malumori.

Come abbiamo detto, l’uso della maschera consentiva di poter, effettivamente, cambiare in toto: per questa ragione si salutava il personaggio con un cortese “Buongiorno signora maschera”.

I festeggiamenti potevano anche durare sei settimane, e già nel 1272 la produzione di maschere era attiva.

L’usanza dei travestimenti stava fiorendo, la possibilità di indossare vesti diverse dal solito consentiva anche di poter avvicinare le fanciulle che si volevano corteggiare. Pensate che una maschera, la “Bauta” era usata con questo scopo. Si poteva utilizzare, per esempio, per recarsi a teatro e mascherare la propria identità, per corteggiare.

02Immaginate di essere a teatro, e una persona dietro di voi si avvicina dichiarando di amarvi.. probabilmente, nel 2015, chiameremmo la polizia e picchieremmo il povero indifeso, ma all’epoca non era un fatto così insolito. Era un gioco principalmente di seduzioni.

Le feste erano tante, ma la più famosa, come oggi, è quella di Piazza San Marco. Venivano chiamati giocolieri, acrobati, musicisti e danzatori; tutto, con il solo scopo di intrattenere il pubblico.

Ogni anno ancora oggi vediamo in televisione la piazza affollata di gente di ogni dove, e assistiamo al cosiddetto “Volo dell’Angelo”.

In poche parole, un bel dì, nel `500, un giovane acrobata turco riuscì tra lo stupore e la meraviglia, a giungere alla cella campanaria del campanile di San Marco, camminando letteralmente su una lunghissima corda che era ancorata ad una barca sul molo.

Nella discesa, raggiunse la balconata del Palazzo Ducale, porgendo gli omaggi al Doge.

03La folla era in visibile delirio, e così si pensò bene di far divenire l’evento una prassi normale nelle edizioni successive.

Anche i veneziani stessi si cimentavano in queste “prove di coraggio”, finché giunse questa variazione di dotare il prescelto di ali, e appeso ad una corda, giungeva fino al balcone del Doge, da cui riceveva in genere denaro.

Nel `700 tuttavia, finì in tragedia. Il povero malcapitato si sfracellò al suolo, tra la folla. A causa del grave incidente il volo fu proibito, e si scelse di optare per una colomba di legno.

Come ho detto, l’uso delle maschere consentiva quasi l’annullamento stesso della identità, cosa che portò anche ad eccessi e limitazioni nel corso del tempo. Nel 1300 si vietò  l’uso delle maschere di notte, perchè effettivamente era piuttosto semplice molestare o rubare e non poter essere riconosciuti.

Nel 1400, grazie anche all’uso delle maschere religiose, era facile entrare nei monasteri e compiere atti libertini anche con le stesse religiose!

Si proibì quindi l’uso delle maschere nei luoghi sacri.

Arriviamo quindi al `700, con il crollo della Repubblica. Lo spirito stesso del Carnevale sembrò cessare, ma con Napoleone i festeggiamenti ripresero. Poco a poco, tutte o quasi tutte le manifestazioni furono ripristinate, tra cui il “Volo della Colombina”.

04Nel 2001 però si è optato per la sostituzione dell’animale meccanico, preferendo quindi una persona in carne ed ossa.

Il Carnevale dà sicuramente la possibilità di prendersi poco sul serio, di scherzare e di subire scherzi; di mangiare tante buone leccornie, di partecipare a feste mascherate indossando maschere lavorate a mano e abiti finemente lavorati.

Ma il Carnevale è anche una buona occasione per riprendere quelle tradizioni che ultimamente sembriamo aver dimenticato: troppo spesso si ha paura nel lasciarsi andare, nell’indossare una maschera e lanciare coriandoli al nostro amico accanto.

Secondo me, il divertimento non ha età; ogni anno, desidero essere a Venezia per poter ammirare questi abiti magnifici.

Poter indossare le maschere e ballare con “le signore maschere” presenti con me, e la possibilità anche di non prendersi sul serio. Perchè volerlo quindi relegare come un “festeggiamento per bambini?”

E ricordatevi; a Carnevale, ogni scherzo vale! (Con le piccole varianti inventate da piccoli del “E chi si offende, è un maiale!)

Buon Carnevale a tutti!